Alberoni e Darwin, uno scontro impari

« Older   Newer »
  Share  
falco1
view post Posted on 16/9/2010, 20:31




E’ approdata in libreria l’ultima fatica letteraria della filosofa Rosa Giannetta Alberoni, “Il Dio di Michelangelo e la barba di Darwin”. Ed il termine “fatica” ben si adatta a questo corposo tomo di oltre trecento pagine, non tanto per l’impegno profuso dall’autore nella stesura del libro quanto per gli ardimentosi che ne vorranno intraprendere la lettura. Secondo la Alberoni il darwinismo è responsabile di molti dei mali che affliggono la nostra società. A detta della filosofa, sostenendo che l’uomo non sia stato creato ad immagine e somiglianza di Dio (“come è scritto nella Genesi e come ci dice la nostra ragione”) il darwinismo svilisce la stessa natura divina dell’uomo, lo relega alla condizione di un qualsiasi animale fino a produrne (e giustificarne) aberrazioni come il razzismo, il classismo, la discriminazione biologica e l’eugenetica! Mamma mia! A sentire Rosa Alberoni questo Charles Darwin doveva essere un concentrato di pura malignità!
Peccato che anche una lettura superficiale di “L’Origine delle specie” sia sufficiente per rendesi conto che le conclusioni della Alberoni sono completamente campate in aria. Darwin si limitò semplicemente a descrivere un fenomeno naturale, e lo fece a partire dalle conoscenze scientifiche del suo periodo. Si accorse che in tutte le popolazioni di esseri viventi nasce più prole di quella che può effettivamente sopravvivere e che fra individui ed individui esistono delle piccole differenze. Alcuni membri della popolazione muoiono durante lo sviluppo, altri sopravvivono fino al periodo della riproduzione. Chi muore e chi rimane?
Statisticamente gli individui che sopravvivono sono quelli in possesso di caratteristiche che li rendono maggiormente adattabili rispetto all’ambiente in cui abitano. Essi si riprodurranno e trasmetteranno le loro caratteristiche alle generazioni successive.
Che poi le teorie di Darwin non spieghino fino in fondo i meccanismi dell’evoluzione biologica non si mette in dubbio. Ma “L’Origine delle specie” ha centocinquant’anni! Di acqua sotto i ponti, da allora, ne è passata parecchia. Lo studio dell’evoluzione biologica si basa principalmente su due discipline scientifiche, la paleontologia (che è lo studio della vita nel passato) e la genetica (che è lo studio dei geni, i portatori dei caratteri negli esseri viventi, e quindi anche di come tali caratteri si trasmettono). Ebbene, Charles Darwin non conosceva la genetica. Colui che fu considerato il primo genetista, Gregorio Mendel, era un contemporaneo di Darwin e le sue scoperte furono rivalutate solo nel 1900. Darwin non aveva perciò nessuna cognizione di cosa fosse un gene, dell’origine dei caratteri e della loro trasmissione attraverso il succedersi delle generazioni. Il numero delle testimonianze fossili note ai tempi di Darwin era inoltre molto limitato se paragonato a quello attualmente disponibile. Inutile quindi sottolineare le “lacune” nella teoria darwiniana classica, poiché molte di quelle lacune sono state successivamente colmate con dovizia di prove e dimostrazioni sperimentali. Oggi l’evoluzione biologica è –per fortuna- considerata non più una teoria fra le tante, ma l’unica spiegazione in grado di rendere conto della grande varietà del mondo vivente.
Che poi una filosofa di nome Giannetta Alberoni preferisca ritenere il darwinismo (e forse, perché no, tutta la biologia) niente più che uno squallido attentato all’idea di un Dio intelligente non cambia di molto la realtà dei fatti. Perché qui non è in discussione la legittimità della fede. Ciascuno di noi può credere a ciò che vuole. E’ però da rifiutare la pretesa di diffondere teorie bislacche come autentiche, a voler dare al creazionismo lo status di teoria scientifica e quindi metterlo sullo stesso piano dell’evoluzionismo.
 
Top
0 replies since 16/9/2010, 20:31   53 views
  Share